Avrei atteso a sera perché il giorno
è un groviglio di doveri un legarsi
di segmenti passaggi graduali
fino al picco quotidiano di fatiche.
Avrei abbracciato le ombre
complici d’un sentire profondo
all’immaginario suono di acque
che non si gettano nel fiume
che setacciano grani fili d’erba fiocchi
scivolati dai rami
e che si perdono in sentieri.
Avrei chiuso gli occhi sognandoti
prima d’ogni altra visione
prima delle grinze sulle labbra
quando pensano ad un sussurro
più che ad una parola
prima dell’alambicco dei tuoi occhi.
Avrei sperato in un anticipo di ore
di minuti di luce in un assaggio di brezza
un brivido tra orecchio e nuca
rievocando memorie
dei nostri giorni di bufere ed arcobaleni.
Avrei camminato per la stanza vegliandomi
vincendo l’ansia il timore l’inquietudine
e avrei guardato il vuoto intorno così pieno.
Avrei atteso ed atteso anche quella sera,
per amarti.
14 febbraio 2022, non un giorno qualunque
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