Certo che al mondo fatti non mancano
a vivere come bruti, ma chi segue virtude
e conoscenza è tremendo per sommo conto.
Come sempre tiene banco il mattino solo
perché ha l’ora in bocca. Usa le lancette
per pungolarmi al risveglio, ma il salto
tra due raggi al confine del buio intenso
è stato compiuto da fermo, disteso dal fiore
della sera: la camomilla mantiene la calma
se preferisco la melissa per la notte
di congetture a frammentazione e sirene.
Così riescono i sogni e gli incubi: provo
a fermare i primi per fuorviare i secondi
dall’attimo che risuona nello sterno. Tuttavia
ho cura delle scarpe che reggono all’attrito
tra il cammino inevitabile dell’orologio
e la resistenza all’ignoto. Il respiro è tormentato
dallo scendiletto, ormai! Come se l’esistenza
fosse giunta a quella lingua di terra
che spiega perché restino così tante lettere
per i raccoglitori di storie a tappeto.
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