Pubblicato il 03/01/2011 12:27:51
Nei porti incoronati di spine dementi
insensate specule d’assedio e rive
sfiorite di pensieri e mosse
evitate implosioni di arresto
Resto a guardare il lago ghiacciato
verde sotterraneo di strati multiformi all’occhio
che ruota in cerca
Le retrocessioni del pane s’estendono ai prati
negati come rifiuto di dama
che alla bocca porta morbido sdegno
incappucciato dal sorriso scomparso
Mai più invaghito il furore della brama
s’accoccola ai piedi
Fuori dai vetri le insinuazioni dell’inverno
scrutano i passaggi miti e senza nerbo
Credevo al corvo somiglianza perfetta dei miei
anni
rombanti e privi
come le pianure all’addiaccio smorto
che incantano
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