Scrivere di certi giorni è cosa ardua
tanto doloroso ne senti vacuo
l'andar per strade con pensiero innocuo.
E questo pare proprio uno di quelli:
c'è il sole ch'è tiepido sulla pelle,
sì luminoso t' abbacina gli occhi.
Ma rimorde al cuore esserne felici,
sorridendo nel viavai di piccioni
o nel prender parte di bacche in sboccio:
c' è come un sibilo nell'aria tersa
che rasenta e schizza a fil di profilo.
Forse è uno scompenso all'udito;
oppure, dalla lama di una falce,
Il sibilo minaccioso per campi
vuoti di messi, dall'oblio sommersi
per come ancora giacciono assetati,
che te lo chiedo che ragione a mietere
abbia il contadino. Mi guardi seria:
magari è solo aria gelida dall'est,
falciare anime è usa nei tempi lunghi
d'assenze ed essenzialità dissolte.
17/04/2014 ***aggiornata e corretta
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