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Il viandante

di Vincenzo Corsaro
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Pubblicato il 01/03/2022 13:22:26

A lungo viaggiai per il mondo,

mille e mille volte percorsi gli stessi sentieri,

e ancora li attraverso.

Ecco quel sasso.

 

Ricordo ancora quando da ragazzo vi ero seduto e lo vidi giungere.

Quello che mi colpì fu,

nonostante una grande bisaccia sulle spalle,

il suo passo lento e leggero,

sembrava sfiorare il terreno.

 

Mi chiese cosa ci facessi li e perché piangevo.

Risposi che i predoni della notte

avevano ucciso i miei genitori e bruciato la mia casa,

e adesso non avevo più niente.

 

Mi tese una mano e mi disse

"Vieni con me".

Risposi " Ma io non ti conosco,

e poi sono solo e non ho più nulla,

solo lacrime e dolore".

"Vedi", disse, "anch'io non ho niente,

eppure ho tutto".

"Com'è possibile ciò?" chiesi.

"Oh capirai" rispose.

 

Anche se titubante lo seguii,

in lui vi era qualcosa di familiare,

emanava calore e fiducia.

"Da dove vieni?" gli chiesi.

"Oh... da qualsiasi luogo, da tutti i luoghi".

"E dove vai?"

"In tutti i luoghi... ovunque".

"Sei solo?, non hai una famiglia e una casa?" chiesi ancora.

"Solo?, non sono mai solo.

Non ho una casa, ma infinite,

come pure infinite famiglie,

anche tu sei la mia casa e la mia famiglia".

"Non capisco" risposi.

 

"Ricordi che ti dissi che pur non avendo niente avevo tutto?

Or bene, ogni cuore è la mia casa,

così come ogni persona è la mia famiglia.

Non aver niente e non voler niente

vuol dire avere il cuore libero dai beni illusori,

e quindi poter contenere tutto l'amore dell'universo.

Anche il tuo cuore adesso è vuoto

e può contenere tanto amore,

e se lo donerai alle persone,

sarai anche tu nei loro cuori e loro nel tuo,

sarete un'unica cosa, una famiglia.

 

In effetti notai che non vi era più dolore e sofferenza nel mio cuore.

"Come sai che il mio cuore è vuoto

e in esso non vi è più dolore e sofferenza?" chiesi.

"Oh lo so, lo so" rispose sorridendo.

Gli sorrisi anch'io e nel guardarlo notai la bisaccia.

"Cosa porti li dentro?"

"Il dolore delle persone, anche il tuo adesso".

Lo guardai sorpreso e nel suo sorriso vidi il mio,

gli lasciai la mano e mi ritrovai solo.

Ero io quel bambino,

ero io quel viandante che vidi giungere.


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