Pubblicato il 01/03/2022 10:19:44
Quella strana fossetta che mi vive sulla guancia, quella voce finta da nenia per cantare la notte ai bambini io tu rughe e cipria sale e ferite e tutt’intorno il braccio, difesa ossuta del tuo piccolo mondo – reggere, cullare, maledire – con l’odore dell’erba bagnata e la luce selvaggia dei papaveri sulla postura legnosa: così nascondi le linfe ancora inquiete tra gli alberi morti
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