Conviene ch’io parli delle rose
di come stanno quiete sulle siepi
quando il raggio del sole le riscalda
di come ringraziano la pioggia quando è fine
ed impiega tempo prima della cera sul selciato.
Conviene ch’io parli del profumo che resta tra le dita
quando una corolla s’approssima alla fine e i petali
cadono avvizziti ad un leggero soffio
conviene che io pensi alle viole insieme con le rose
immaginando un mazzolino in mano ad una pulzella
pensiero d'ornamento nel dì di festa.
Conviene che non calcoli le spine
e che ne salti almeno una
mentre setaccio volti e panorami
che fiuti le tracce che conducono
a giorni spensierati e di letizia.
Conviene che io sosti sotto un ramo il naso in aria
occhi socchiusi a scovare tra la boscaglia un nido
gremito di melodiosi trilli e che non pensi
alle tante cose inutili che fan felice mezzo mondo
nè al brusio dei passanti
sempre pronti a seminar zizzania.
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