Pubblicato il 29/12/2010 12:26:52
Ho scritto il tuo nome Maria sul vetro appannato, è durato il tempo di un sogno. Di fuori una neve sottile incipriava la chioma del bosco. Sulla strada posava la sera. Ho visto i tuoi piedi di stoffa sfiorare la siepe, i tuoi occhi di vetro luminosi nel buio. Ho ascoltato le tue filastrocche gioiose sulle piccole labbra infantili. Sei fuggita per sempre Maria in un’alba di cenere, ma a volte ritorni, raccolgo di te minuscoli indizi: un bastoncino ritorto un fiore sgualcito un’ombra nella tormenta.
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