Stenditi sull’erba un attimo.
Spingi gli occhi in alto
e senti il movimento della terra.
Osserva il movimento del cielo:
che ti chiarisca una volta per tutte
che noi non ci fermiamo mai.
Che a velocità inconcepibile
la regolarità del mondo avrà
prima o poi fine
in una corsa stupida
schiacciati dalla gravità
dalle azioni e dai pensieri
dall’inizio sino alla chiusura.
E poi riporta lo sguardo
verso i grandi maestri,
gli alberi. E calmati. Respira.
La grana del terreno
è regolare e tu dormi
come in una fessura calda.
Un vortice di nebbia ti risveglia.
Nel rosso dell’alba ti riprendi.
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