Sullo scoglio, nel vento, nella luce
grani minuscoli di me si staccano
e diventano parte del paesaggio,
dei raggi luminosi,
dei contorni delle isole lontane.
E volo, volo in alto.
Rido. Ride l’anima segreta, slegata,
libera da funi, pesi, rimpianti, contrappassi.
Vedo sbuffi di balene immaginarie,
dorsi di delfini si incurvano nell’acqua,
alati viaggiatori incrociano i sentieri
con altri pinnati esseri e con me.
Ho i pensieri del giglio delle dune,
ho i ricordi delle foglie di eucalipto.
Non sono più, o forse ancora un poco,
ma è quasi nulla, e gli occhi già si fondono
nelle telline fossili di roccia
e nella spuma che non resta mai la stessa.
Mi compio. Mi sciolgo. Resto aria chiara,
che non smette mai di scorrere
e slega i capelli altrui, e sfiora
come un’ala leggera
la spalla di chi è giovane e non teme.
Eccomi. Mi hai sentita?
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