Orchidee fiorite dietro le finestre chiuse,
girandole e gerani sui terrazzi,
lame rifulgenti di luce
sui vetri che guardano ad oriente,
suoni attutiti, richiami di rondoni
e fischi impertinenti di merli che non vedi.
L’aria ti sfiora fresca e leggera,
non opprimente come sarà più tardi.
Ti senti quasi giovane, rinata,
nuovi i tendini, i muscoli più elastici.
Dietro la mascherina si fatica
ma sulle guance il mattino si risveglia,
e ti sorprende l’attimo
di presenza leggera e irripetibile.
Anche dal tram si innalza
una devozione limpida al mattino,
le strade della città come portenti,
i giardinetti come perle candide.
Tu, fortunata:
questo tepore ti accompagnerà
al termine del giorno, come un globulo
nascosto, punteggiato d’allegria.
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