I pomeriggi bui sembrano eterni
mille cose da fare e l’entusiasmo che smorza
come un lumino, consumata la cera.
Le foglie non hanno eguale destino.
C’è un pressappoco a ritardare il declino
di quelle sospinte dal vento in un viaggio illusorio.
Altre giacciono da tempo fradicie al suolo.
Tutto sta nella bruma come in un velo
ogni corpo misterioso ed assente nei suoi dettagli
i passi e i passanti le vuote panchine
i fiori e le croci ed il sole che splende soltanto
per chi è nato in un dì di novembre
nonostante il grigiore d’una nebbia sottile
che si confonde col fumo che sale.
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