Sdraiati sotto gli alberi nello spazio estivo
il tempo si misura con parametri diversi:
quante volte il salice si piega su di me
quasi salutandomi gentile,
o quanti piccoli voli servono ai fringuelli
per raggiungere la cima del larice
e poi scendere di un ramo,
o quante volte, ancora,
dondolano le foglie dell’acero montano
nel ritmo di due battiti,
o quante nubi navigano nel cielo
mentre il filo d’erba sale verso il tronco.
Un tempo sospeso, inaspettato, tiepido,
come una fotografia rubata
lungo le strade del ricordo,
che ci conduce a una pace di vento
e luce, e tutto diventa verde e mobile.
Una campitura calma e carezzevole.
L’acqua del lago favorisce il sonno.
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