Pubblicato il 01/11/2021 12:29:07
Sono salito ai piani alti, in un giorno di quasi novembre la statale saliva ripida e gli alberi intorno avevano tutti i colori dell'arcobaleno e più. Poi scese una nuvola, a ricoprire il bosco e mangiarsi i colori restò solo una luce bianca di fiaba che avvolgeva tutte le cose su ai piani ho messo l'auto in elettrico silenzioso così che il suo scivolare nell'aria sembrasse quasi il respiro delle nuvole. Mi sono fermato al limitare di un bosco in un posto che sembrava abitato da cose mai vissute cose svanite da dove non sono mai esistite è lì che abita lei dove finisce il visibile nascosta dentro il fogliame del bosco appoggiata al legno di qualche tronco perchè non solo quel che vedi c'è. Lei è lì e la senti e non con gli occhi vedi la senti nell' aria umida che respira forse è qui di fronte forse alle spalle o forse ovunque nella luce che abbassa il cielo a terra e che ti avvolge. Poi entra dritta fino a un posto che non sai che sembrava non fossi io a guardare tutte quelle cose entra e pesa sul cuore quasi fosse un dolore ma lascia una voglia di averne ancora e altri ancora. Puoi chiamarla magia o soltanto nostalgia. però c'era sempre un soffio d'invisibile che dava voce agli alberi lei che diceva al suo bambino freddoloso di non aver paura potevo riconoscerla, da un'incrinazione di voce da una parola detta a caso come se ricordassi che erano per me. A volte anche gli angeli abitano le nuvole insieme a me, e mi danno la mano. 
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