Pubblicato il 25/12/2010 20:29:07
C’è un privato cui badare La pellicola dei modi non perdona stonature Né trionfi Da stanare senza guerre
Confinato, il paradiso, Miete e cura la decenza E noi invano ci crediamo Sopportandoci l’istinto Come fosse una condanna
Più non fingo Le mie mani come prova Stringeranno verità Sotto il grano o sulla neve Quasi a dire la stagione che non muore
Perché il vero avrà germogli Gioie o chiodi Anche il sogno Dove appeso s’immedesima di tutti
Mi rivedo, qualche volta Croce ingenua Sanguinare sopra un filo di speranza E ora so che non bastava
E non serve questa tempra Quando i passi sanno il fango Aspettando l’ideale di un momento O di poche vite avanti
Chi a soffrire, chi a ferire, Dove sono le mie spalle e il mio respiro Quando scopro di morire O di nominarmi assente
Mi risorge l’emozione Forse è questo che conforta E perde orgoglio Seminandomi il pensiero nel silenzio
Io matura L’esenzione e la colonna La rivolta da sfoltire Con la maschera in rovina e poche date
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