Pubblicato il 23/12/2010 21:45:01
Nella notte del ritmo segnato al crepuscolo degli Dei, bruciò più lenta, la saliva che annaffia il mio dire, saliva nel ricordo di un divenire. Dal bruno del poggiolo si ode ciò che ode non è più, e presidiano i minuti animali domestici con il mio senso di sentimento.
Immaginando la città anche sol di oggi dal frastuono liberata; bisbiglia la lamentazione, si libra nell’aria e solitari uccelli esotici a volte pensano a chiassare. E domani è ritorno. Ma nulla sincero riecheggia sulla strada scaldata dall’asfalto consumato. Solo il fumo scalfisce questa quiete senza voce del mio essere solo nella notte.
Falene s’intravedono e si posano su qualche bocciolo intento ad aprirsi. Una produzione irrompe sulla storia della natura- silente, d’un sol sentir canzonatorio, per chi tentenna nel presente. Solo in questa ora, mi sorprendo: aldilà dei bioritmi impronte e ombre che avanzano al mio cortile,- del comune respirare solo possiamo ascoltare. E domani è ritorno.
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