“La parola, se non altro, ha le mutande grosse”
Fausto Torre - Il tempo della soprastanza
Quale meridiana allunga l’ombra ai presenti
per adesso? I presenti che convengono, ad ora
sono binari nella memoria del computer;
un convoglio ritengo - lasciando correre
il nonsenso passeggero. Ho un cervello
in scatola, potrei dire, ma la mia mente
è un’altra cosa da fare in seguito. Ad ora
picchietto sui tasti e non telefono, digito
nome, cognome, premo l’invio e trovo
che sei nella lista doveri ancora.
Così poi si cercano i volti; i volti sono
tra loro concorrenti, come le statue
che mantengono in vita manifesti vuoti,
ma per tutti i santi manca il posto, ad ora.
Credo che la mia scrivania sia un buco di Wheeler
e divori i convenevoli: tra questi fogli ammassati
i battiti e i sacramenti. Quello che so, ad ora,
è che lo sterno è manovrato dal suo interno
e se si chiarisce quel sintomo di colore vivo
scompare un intero percorso. Come ti ricordo
ognuno è la chiave della sua portiera. Il piano
da occupare è l’intera sera. Meglio i lampioni.
Meglio l’artificialità del sole che il suo metro
per tutto il tempo, così lavoro da controfigura
nelle pagine che mi recitano, ad ora.
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