Lustre le scale
il terrazzo spazzato
da resti di piante
nutrite a grazia o capriccio del cielo
Scansato alla sera ogni sguardo
che ammicchi allacciato
— a lei o il suo corpo —
predetti dolori da poco
in gioie furtive già esplose
di tedio all’inizio
La Donna
aveva ancora da fare
Fingere un ordine
nel caos che era suo
per vocazione
resistere al canto
di libri e appunti
fiutare tracce di altre aperture
veli statici
bozze incompiute — divise
per possibilità di Lei
E alla tentazione dello strappo
in squarci di altre tele
o briciole richiuse
a occhi vacui
certezza del passaggio
lo stesso
oppure un altro
Invece aveva solo
quel semplice da fare
della preparazione —deflorato di fervore rituale
lenzuola chiare spiegazzate pulite
veste da notte bianca e lisa
capelli freschi tagliati di netto
e il rossetto acceso —la pelle disabituata alla luce
La notte muta in alba
accompagnata da canti di guerra
se ne va in tregua
dal soffitto verde chiaro
quadri di quiete sfumano
in corse e cadute risate e ritorni
accertarsi dell’altro — pietà a lei preclusa
e del suo stare nel gioco
Poi la sua assenza.
Notata giusto il tempo
alla veste per scurire.
L'avrebbero trovata così
con una ferita indurita semichiusa
al posto della parola
ma aveva gli occhi svuotati di stupore
la gola liberata
e si sarebbero chiesti come
nella decomposizione del resto
la pelle fosse intatta
La Donna aveva un nome
e un dolore —in fondo
era solo una pausa
dalle morti quotidiane
nota
Iniziata come un racconto, la prima versione scritta è diversa da quella registrata e dalla successiva, che ho abbreviato.
Il mio intento era dare un senso “altro” al ritrovamento del corpo. Pare proprio che non ci sia riuscita e che a volte le narrazioni si narrino da sé. In sostanza, questa è la quinta versione e mi sta bene quello che racconta. Dato che a questo punto, a me sembra di non esserne “proprietaria” e questo, mi sta anche meglio.
Mia Madre, tuttavia, ha sempre pianto e mia Madre piange solo quando deve, ma, la storia di ogni donna è questa qui, per come la vedo io: giovane, anziana, sobria, puttana, allegra, ombrosa.
La storia della Donna è sempre un rimpianto!
A mia Madre,
che non mette il rossetto
dice quello che c’è da dire
con il tono adatto all’occasione
e spero non pianga…stavolta
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