- Se non hai altro da fare, io ti consiglierei
di fare altro. Dice, sporgendosi dalla nota
che altro non era se non colletta di suoni.
Così la nota grave mantiene il timbro
della voce, la sua, ricca di tendini. Tesi,
fuoriusciti tirando le cuoia. Tese, mano
a mano da qualche parte lo spirito
compresso lentamente si distende. Dalle
mani alzate, ricordo, l’intenzione. Di farsi
guanti del mio sangue - non se ne parla
nel ricordo stesso: nè con la lingua dei conciai,
nè per confonderle con la preghiera. Più
di un voto, come d’altro canto voi. Lettori,
stranieri per poco, poi clandestini: così
vi avverto. Fermo restando che mai si capisce
compiutamente un altro e mai ogni altro
appare uguale io per adesso. Per un momento
può bastare la condiscendenza (quasi a dire).
- E qui mi abbandono risposi allo stesso tempo
per altro.