Una primavera che, ancora adesso,
saluta inevitabile con sbocci,
cinguettii e voli che sanno del fiele
di quei giorni: ci stava sotto gli occhi
in buchi e, non lontana, in prati stenti
periferia a lato d'alberi stinti.
Primaverili cristalli zuccherini
nei cucchiaini diluita polvere blu
poi che brillava di bolle limpide,
pur se non meno tragiche dell'oggi.
Stagioni che si alternano, diresti
nel loro disputarsi cuori e menti.
Come varie mafie in piazza lo spaccio
alle idi di marzo ogni anno, d'ogni età.
Ma noi lo sappiamo, vero, che non c'è:
non si è mai avuto momento migliore.
Ci sono solo attimi in cui si è così,
perchè più giovani e fluenti, azzardati
da bagnarsi in un fiume che sottende
canzone di primavera e di morte.
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