Pubblicato il 23/06/2021 14:09:55
Appoggia l'abito alla sedia, prima di aprire le porte al sogno mi regala uno specchio, che riflette il suo non ha nessun pudore, come gli angeli o una sposa mi dà il bianco della neve e come neve inizia a volteggiare. Potrebbe avere gli anni miei, quelli spensierati della giovinezza perchè in quello specchio il tempo non ha più valore eppure cresce il desiderio e sembra antico come il mondo mentre continua le sue acrobazie di femmina archetipa. Dà una vertigine che non è mai per senso di vuoto forse è per troppa gioia abusiva oppure per uno sprofondare nelle pieghe con cui gioca e tamburella con le dita. Quello che so è che vorrei che non finisse mai il gioco e che lo specchio fosse un lago e i tondi seni e i fianchi onde in cui bagnarsi onde d'acqua dolce e chiara che si può anche bere per togliere arsura e sete e il corpo rinfrescare. Quello che so è che tutti i giorni vorrei dei sogni belli così a dispetto di quello che diceva che sogni così non ritornano più.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Franco Bonvini, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|