Al filosofo da tasca di qualcuno
sfuggì una pagina
e lo strappo per poco non gli ruppe il braccio.
Io la raccolsi e la guardai:
l'avevo scritta io
ma non riuscivo a leggerla,
era tutta sgonfia e si afflosciava.
Qualcuno dei fili aveva fatto falso contatto,
ma anche ad aprire la copertina
non avrei saputo dove mettere le mani.
Ci soffiai sopra
e, per fortuna, i tizzoni si riebbero un po'
e brillarono come ex-fidanzate.
Qualcuno mi vide da lontano.
e mi intimò di smettere di maltrattarla.
Venne chiamato un medium
che invece di leggere
ci sentì le anime inquiete dei morti
e disse che la pagina era stata scritta
su un vecchio cimitero indiano.
Da un tratto saltò fuori
un grosso gatto nero
e mi spaventai così tanto
che dimenticai un sacco di sinonimi.
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