ti lasciai sola e radiosa nell'alba.
Anelli tinnavano una romanza
frugando l'aria:aspettavi la luce
mia promessa d'una nota a passione.
Ecco come mi rimorde nel cuore
che ti lasciai falena tra gli specchi
in posa e senza altro sole a ghirlanda
se non quello di una lanterna cieca.
Ecco da dove il mio travaglio in nuce
ebbe la meglio:a partire da dietro
un albero, improvvisato rifugio verde
in grado di nascondermi a te ignara
ma non ai voli d'incubo sull'erba
grigia. Ove alla fine fu scintillìo:
diamante grezzo di stella fu l'odio
a bucar le nubi spezzando il sasso.
Due le metà che restarono in mano
due le metà che partorirono ombra
errante d'alieno. Ego, vaneggiante
discosto, confuse nel bosco in sonno
le tracce ovvie dei sentieri interrotti.
Udìi risuonar l'eco di una danza:
la tua, ma non seppi dire da dove.