Queste strade ci hanno consumato le suole
tra i rivoli delle pedonali
in quell'antico profumo di basalto
qualcuno sbuca dai tombini e ci rammenda le facce, ci dice
che sta lì solo per caso a osservare il paesaggio
di sguardi che non si aprono. Ciascuno
porta dietro soltanto il suo allontanarsi, è un sabato qualsiasi
l'eco che ci porta uscendo dai muri
dove le sillabe alloggiano mute.
L'abbiamo attraversata tutta, per spigoli
per squadri
ci hanno detto i numeri degli anni che si compiono
a staffilate oppure arrancando. Ecco come
ci porge i volti
come strati di luce e ci siamo stati a mozzafiato
nel conto dei metri misurati con l'impazienza che ferisce. Perdurare
ci fa terrestri
in questo girovagare con il volto solcato dentro i fascicoli di ogni isolato.
Dai vicoli poi per finire impaginati. Una carta.
Una carta color opaco quello che ci resta.
Questa città potrebbe anche esserci clemente
abbiamo seguito le sue indicazioni, i suoi consigli pubblicitari
a carponi andando per i cunicoli
poi in cima alle rocche
come tante gocce
che innervano le svolte al sedimento. Forse
ci potrebbe anche sorridere
questo luogo percorso migliaia di volte.
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