E rimase solo un angelo
sciatto nei gesti
ali e vestiti lasciati andare
ai segni del tempo
come un’apparizione lenta
che non cerchi memoria
l’imbuco / sbuco da lunga galleria
come immagine su tela
da un paese di decenni orsono
immagine su velo
che gioca a védononvédo
per via di quel vento di mare
e d’altre mani che sfiorino pensieri
Ci guardava come un dispiacere
si voltava e
fatto qualche passo ad andare
ci riguardava ancora
Noi no
lo si guardava come la più banale delle cose
il più banale dei volti
che abitudine ci fa dimenticare via
? Che vuoi che sia una crepa nel tempo
nella materia delle nostre vite
per chi non riconosce traccia
dell’esistenza sua
(tratta dalla raccolta inedita
“Il mestiere e altri accidenti”)
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