Pubblicato il 19/04/2021 11:31:31
Labbri stretti arpeggiava orizzontale insidie vaporose un certo vento Obbediente a sé - il corpo d’aria - mi trascorreva sulla pelle ottusa insistendo sulla nota dello stesso pentagramma come se altra non fossi che stoppia di campo e non qual ero: cucciola chiusa in amato altrove Ancora replica senza mutamento il querulo soffio e non importa il luogo e non importa la stagione né quante ne possa io contare in termini di solchi sul volto e sulla fronte Mi geme ancora addosso il suo compito lagnoso e m’inquina di carenza l’obliosa mia latenza d’ogni senso quando nell’animo assomiglio a quella me che non sapeva E ancora arpeggia tenere insidie vaporose quel vento puntando con la sincope al cuore del risveglio ghermendo per la gola la mia cara alienazione Lo sgomento del lutto il miele ignaro d’una volta insapora per sempre d’assenzio repentino: mitico nodo delle braccia mitica età raccolta in occhi chiusi per sempre cari - Assenti -
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