Ero gioia all’aurora prima del giorno rumoroso come l’afa
ed il frinire delle cicale ad agosto
e la sera, ebbra d’un sapere nuovo
curiosa del silenzio e delle sue promesse
Ora non è il mondo fuori distante ed il panorama acerbo
o la vanità delle illusioni ora è l’indifferenza l’opacità del velo
sono le cose morte sotto ed io vinta.
Sentire che la lotta è fuori moda
che il cuore batte per l’affanno
ed io bramo riparo in lidi inesistenti
Amore come spiegarti questo giro
l’errare tra gli specchi il viso spento
le occhiaie il tarlo che vince il suono
quando aprile canta _quietato il vento_ le stagioni uguali
Non è il morbo di cui si parla e le polemiche e la politica
è il non arrendersi ad un tempo fermo immaginare un bacio
il tepore d’un nido raccogliere parole dall’orlo delle labbra
mentre solo il pensiero sfida ogni distanza
eppure talvolta si distrae in un vortice un nodo
un grido di meraviglia e sfocia nelle sue visioni
Se volo è per quest’anima che trova il modo
di non stare su una lama. Danza al chiaro d’una luce
_un dono_ in una notte che pensavo oscura.
Del tempo ora non ho più premura.
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