Questo giorno che arranca
è come annegare nel fisso del muro
in un cantone di luce che raggruma. Rovistare
per ragnatele a scardinare
serrature di buio. La spaventosa fissità
dei rottami.
Questo giorno che arranca
è come frequentare luoghi chiusi di stanze. E
non ci sono distanze
nei buchi delle cantine, ora navigo nei rifiuti di vento
del mio vascello fantasma. Annego di Tempo. Oggi
sciacquo il vasetto dell'olio. Faccio e disfaccio il guardaroba.
Mi rimetto a parlare col pescetto rosso. E'
questa poltiglia collosa la gronda
dove ammucchio il fogliame. Poi d'improvviso
si alza il vento che dice -Non temete, vi porterò via.-
Disse il vento che s'alzò dal greto del fiume.
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