Dall'altopiano dei tre passi prendo il largo:
ad un passo da te per antonomasia
a un passo dal baratro
e ad un passo dal centro.
Dove sosterei volentieri per un lungo letargo.
Per svegliarmi di un'altra l'antico splendore.
Patriarcato del volersi bene per eccesso.
Stupore del ritrovare se stessi.
Compromesso sono in parti essenziali
non chiedo perdono che agli atomi
di questo eterno dolore.
Se la vita è una quiete notturna protratta fino al mattino
che mi svegli a primo sole.
Dormire, perchè i pensieri si arrendano
ad un silenzio collaudato.
Questo vuoto disperato che si orienta con le stelle.
Tanto simile alla morte che immagino
da farle da fratello.
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