All'addiaccio del mio cosmo
unisco stelle con l'inchiostro
per disegni industriali.
Salvataggi fuoriposto
di stratagemmi alla deriva.
Non trovo consensi
che in consessi di streghe
magnifiche presenze, ulula la luna.
Forse dovrei, supponendo presupposti
andare a nascondermi nei boschi faggiformi
per l'eternità
o fino a quando non riacquisti forma d'uomo.
Per sentire ancora viva quella fiamma
d'oro che ristora
accavallare le tue gambe in un giogo di parole.
Leccarti le ferite
accarazzare i tuoi capelli dalla nuca.
Trovare tra i seni l'eterno riposo
tanto agognato da pendere al collo.
Provare a fondo prima di desistere
sarebbe la norma se non fosse l'eccezione
e tu non fossi una mia proiezione
catartica ossessione di meteora
periodica che ri-precipita in cicli.
L'ennesima potenza se solo mi sorridi.
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