Anna guarda
il peschereccio
tremulo come l’orizzonte — e incerto
Brilla già di vecchio
la mano fresca di stagione
il rosso compatto da stizzire il tramonto
l’azzurro senza ombra di sole né tempesta
la polena-bambina arrugginita qua e là
qua e là arrossata da scottature quasi vere
non l’hanno messa a lustro, Lei
che importa, è sempre la stessa, come il peschereccio
Anna, però, lei sa.
La differenza delle mani e i calli
e di quelle ancora giovani — forse per sempre
questo lo sa il mare e
Anna non chiede.
Di reti e notti nere
Lune sdoppiate e mappe celesti
di tesori sgorganti come gole aperte
non chiede — né aspetta ritorni
la distanza
soltanto
tra il peschereccio e il cielo
Lei
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