Pubblicato il 24/02/2021 18:54:57
La strada oggi era piena di gigli e viole non mancavano le primule alcune sbucavano dalle crepe sotto le roccie, al riparo altre, le più ardite, si godevano il sole in mazzo ai prati. E saliva, la strada, a fianco a un ruscello era tutta un canto d'acqua che scendeva saltellando giocosa, non si sentiva altro nemmeno quest'acufene che qui e ora bisbiglia nell'orecchio. I pensieri del colore dei gigli. Questa volta non era senza meta il cammino volevo salire alla fonte di tutta quell' acqua oltre il pianore delle pozze dove si specchiano, vanitose, le montagne. L'edicolante lungo il cammino ha detto che era un giorno buono così, una volta al pianoro e oltrepassato l'ultimo ponte dove il sentiero nel bosco ho detto -saliamo ancora- anche se gli alberi sono ancora spogli saliamo tra le montagne si vedrà ancora di più il cielo negli spazi tra i rami. Ero solo e siamo saliti. Come fai a sentire la fatica tra tutti quei gigli bianchi e ridenti le primule gialle e in boccio e le viole l'azzurro del cielo negli occhi. Sono arrivato così, d'improvviso dopo una svolta, alla fonte era lì, mancava solo una piccola rampa di roccia e muschi mi son tolto la sete e intanto l' acqua scedeva verso il torrente e altri rigagnoli scendevano a destra, e altri a sinistra alcuni piccoli piccoli altri col petto già gonfio e tutti facevano un unico ruscello che scendeva scivolando sulle ginocchia lisce delle rocce come un bimbo sulle ginocchia del nonno e cantava e rideva andando a valle non mancava qualche giravolta nelle pozze dove si fermava un poco. Così sono tornato al paese più sotto scivolando e cantando e ridendo con l'anima a colori fino al posteggio. Nulla ostruiva la bocca o il letto del torrente, e allora perchè qui non arriva acqua da giorni e quest' acufene dimenticato per un poco si sente ancora forte? 
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