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Le passioni di Ginevra

Romanzo

Serena Maffia
Edilet – Edilazio Letteraria

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 11/09/2012 12:00:00

Una pittrice, di cui la Maffia non rivela il nome, vive di colori, suoni, fiori, vive la vita a “piene mani”, assaporandone ogni istante. Questo sino al fatidico incontro con l’uomo che diventa suo marito. Dopo il matrimonio la donna si trasferisce nel paesino della Calabria di cui è originario il marito. Qui si ritrova rinchiusa in una casa i cui muri non hanno colori, dove non le è permesso vivere il suo essere, deve sottostare alle ancestrali abitudini che colà ancora sopravvivono. Il marito della donna, agiato ristoratore, succube della anziana ed arcigna madre, fa di tutto per apparire, per dimostrare la sua ricchezza, così come i suoi compaesani, che più si mettono in mostra l’esteriore più dimostrano la pochezza interiore. E questa pochezza assilla la giovane donna, la impoverisce, ella riesce a respirare solo quando può tornare in seno alla sua famiglia, a Roma, a respirare l’aria libera della grande città. La donna resta ben presto incinta e se, sulle prime, il marito mostra qualche tenerezza, col passare dei mesi si allontana sempre di più, accecato da una folle gelosia e dalle maldicenze della madre. La protagonista, preda di una bigia solitudine, grazie ad uno dei suoi quadri, entra in contatto con una quindicenne, Ginevra, che le confida, come ad un diario, tutta la sua vita più intima, le sue passioni. Per la donna è un contatto verso l’esterno, è un legame importante, la fa sentire utile ed importante, ma il marito, pazzo di gelosia, sebbene profondamente infedele, distrugge il pc e con esso l’ultimo legame con il mondo pulsante, oltre le bianche pareti dell’appartamento. Alla donna, quasi sempre chiusa in casa, non resta che cercare conforto ed amicizia nei volti della televisione, i quali con la loro patinata e superficiale amicizia le daranno la forza di prendere una decisione per salvarsi, per salvare il suo mondo di fiori e colori, per salvare la bimba che porta in grembo e che vuole veder crescere con l’amore e la fantasia, e non con la vita di facciata e il grigiore che il padre ritiene essere le cose migliori. Se si esclude il marito, e poche altre rapide apparizioni del suocero o del vicino, il romanzo appare quasi completamente al femminile, la madre, la sorella, la nipote e così sino ad una nota presentatrice della televisione. Considerando inoltre il fatto che la protagonista non ha nome il romanzo appare come una narrazione sulla donna, intesa come archetipo, come mondo a sé, non una donna quindi, ma la Donna. E’ la donna a portare nel mondo il carico dei colori, dell’amore, a portare in grembo le nuove generazioni, a vivere d’istinti e di slanci ed è il mondo degli uomini, e l’obbedienza ad antichi preconcetti, a ingabbiare il carico che le donne portano per il mondo. Il tema della violenza sulle donne è stato trattato spesso, la giovane Maffia lo fa con piglio originale, rendendo la protagonista una amica, con le sue confidenze ce la fa sentire vicina, coi suoi colori ce la rende simpatica e al termine della lettura ci pare di conoscerla da sempre. Il pensiero va a tutte quelle donne che per la società sono mute, non hanno contatti con il mondo esterno per la gelosia o l’egoismo dei mariti, per le società che impongono usanze frustranti per le donne e di facile gratificazione per l’uomo. Quante volte si sente biasimare chi passa le giornate davanti ad uno schermo televisivo, considera amiche le persone che vi appaiono, eppure, pensandoci, grazie a Serena Maffia, è facile capire come la televisione sia l’unico volto amico per chi è segregato fra quattro mura e non ha materiale per costruire i propri sogni perché se lo vede negare. Il romanzo si svolge con piglio deciso, affidandosi talvolta ad immagine oniriche, e descrivendo in maniera chiara la parabola della vita della giovane sposa da innamorata felice a creatura maltrattata ed incompresa, di cui l’autrice riesce a sondare mente, e cuore, attraverso immagini lucide ed appassionate di una donna, come ce ne sono tante, spesso costrette al silenzio e all’invisibilità. In questo romanzo l’autrice pone in campo due modelli da sempre in guerra tra loro, la modernità cosmopolita di una mente aperta, capace di apprezzare l’arte e le piccole gioie e dall’altra la mentalità gretta di paese (qui è la Calabria, ma può essere dovunque) di provincia dove ciò che conta è l’apparire e la tradizione. Serena Maffia dà voce a tutte le persone che in questo scontro rischiano di soccombere e finire schiacciate.



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