Lo spazio che ci individua come amici
è un luogo sacro, di preghiere quotidiane
vincolo astratto di natura impermanente
di naturale impermanenza
ma a nostra madre siamo legati di quintessenza
il sangue che vinca o che perda
a cui si mente e si fa del male per innumerevoli motivi.
Non preoccuparsi di calare negli abissi
a star freschi, fregati e contenti, ancora vivi.
Più mi guardi più ti attraverso
nella fattispecie ti faccio a pezzi sempre più piccoli
e pensi che è vero, è tutto un gioco da maggiorenni appena compiuti.
E maledici trent'anni di stupri dell'anima, nell'anima tua.
Da giovane ragazza sei stata un vero duro.
Poi, matura per la guardia, hai fatto un figlio
hai fatto un tiro da paura per tutti i nostri polmoni
stanchi di famiglia, deboli di cuore.
Così siamo vissuti in tempi stroardinari
d'indicibile fattura, strafatti di cordiali saluti e poca cultura
leggende metropolitane e dubbi morali a portata di mano.
Invano sedotti ed abbandonati da pensieri catartici
per poi subito tornare alla rabbia di non farcela
abbiamo perso i contatti, siamo restati all'angolo.
La vita di un padre, fuscello lungo i pascoli
belato sull'altare, Gesùcristo in conto terzi,
partigiano d'animare, finita troppo presto
per lasciare un figlio universale, pronto all'occorrenza.
Eccomi redatto, a piede libero, sulle pagine, nei fogli
di un diario mitologico. Sempre volli, mai non volli
lupo solitario, farmi un branco di un elemento solo.
Posso testimoniare in mio soccorso di essere un malato mentale.
Troppo tardi per una prigione di farmaci
una punizione esemplare:
una vita in cambio non in tempo per la vita.
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