Ho il cuore dilaniato da mille sofferenze
l’anima una porta che sbatte al furore
dei venti e delle tempeste
ricordo la morte di mio padre
mentre chiedeva aria al mattino gelido
penso a mia madre
lo scricchiolio delle ossa ad ogni passo
non temo più la notte come un tempo
La notte ci risparmia al pensare
ci sospende in una strana tregua
ora abbiamo giorni di magra
e promesse vacillanti
ed io non ho parole per spiegare
un Natale antico
nudo perché venisse vestito
Ora noi siamo cambiati,
troppo inquieti per essere sereni.
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