Ad ogni nuova alba tutto si schiude ad essa,
così pure le speranze, i sogni, le paure, i timori
messi a dormire la sera prima.
Timidi sorrisi si accendono sui volti affacciati al nuovo giorno,
silenziose preghiere s'innalzano in un'invocazione.
I minuti, le ore trascorrono lente, un secondo dopo l'altro,
come uno stillicidio, stilettate al cuore.
Quando la fine del giorno s'appresta,
le paure riprendono vita e s'allungano come ombre
su sogni e speranze rimaste nel limbo dei desideri incompiuti.
Il nostro orgoglio viene ancora una volta trafitto,
bastoni conficcati nella terra.
Tutto ciò che si chiede è vivere con la dignità
che l'uomo ha sempre indossato
anche se adesso vecchia e lacera,
e non come quella gente dai volti consumati,
abiti sciupati, occhi frenetici, troppo brillanti,
disperati, speranzosi quando sanno che non c'è speranza e
che si sono arresi.
Accovacciati contro un muro, sotto i ponti,
mentre stringono le mogli, i mariti, i figli,
non solo esausti, ma logori e inespressivi,
a volte si destano da quel torpore
per elemosinare dai passanti una moneta,
un pezzo di pane, qualsiasi cosa.
Sarebbe una vita di stenti...
sarebbe una vita...senza vita.
Ed è per tutto questo,
per evitare tutto questo che vorrei un mondo migliore,
e vedere la gente sorridere.
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