Un ricatto dell'alba fu quel tuo battito di ciglia
al mattino un sentiero sconosciuto s'apriva
gambe e destino;
di gambe accavallate senza mutandine
e destino incollato al futuro.
Giorni che ebbero un significato loro
di tempi maturi e azioni clandestine
prima ancora che viverli fosse vivere.
Una storia senza lietofine.
Il sapore del tuo ventre mi appaga di tutte le mancanze
e ancora germoglia sul palato fiore di platano.
Le forme del tuo corpo mi denudano le mani
mentre le mie dita ti coprono in distanze siderali.
Quando vengo dentro il tuo giaciglio,
che fu fatto per riposare il Mondo, lo costringo
a mostrarmi la volta celeste
prima che le stelle cadano e finiscano di nuovo
tutte nel tuo ventre.
La tua bocca è una sangugna ballerina e la tua lingua
danza melodie dolcissime con la mia lingua invitata
e fatta alzare dalla sua posizione di riposo, festa del liceo.
Le tue labbra, schioccolare di venti nel Mar dei Sargassi,
dove i pirati cercano baci da predare,
sanno pescare umori, dove si posano.
Gli occhi sono falangi di lago armate.
I capelli, grano bruno di foresta.
Tutte le carezze che non ti ho ancora fatto
le conservo per un'altra vita, questa non mi basta.
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