Egon Schiele - “Nudo femminile accovacciato con testa reclinata”( 1918)
piccola immacolata della periferia
o di new york
o di ovunque tu sia
auguri al ventre tuo
e a quella spaziatura
che dal principio porti
come golfo che s’inarca
o grotta
quel cupo tuo umido portale
da dove dritti e verticali
gli uomini battezzano
e proclamano il risorto
che sola tu nelle tue acque
immergi poi risale
natura naturante
che da una strada sporca
o bianco letto di ospedale
irrighi sempiterna il mondo
e quando si è all’uscita
“non c’è nessuno lì ”
tu sai fin dal principio
già qui vedere altrove
è solo il corpo nel sepolcro
ma vuole un dio l’asciutto
il retto l’uomo l’infecondo
un dio sinistro irsuto
che mugghia il buio e lo spavento
ti vuole sotto ai veli
aperto nascondiglio
tuo il sangue l’impuro la paura
sua la mitra la legge penetrante
elegge una al di fuori
non sa dentro di lui
la dolce spaccatura
che siamo tutti una
altrove lo spirito
soffia dove vuole
diceva nel vento nella sabbia
l’impronta
leggera delle suole
all’angolo
il fioraio non ha più rose rosse
mi fermo guardo la vetrina
sorrido alla mia faccia
il negoziante crede
che lo stia salutando
sorride gli rispondo
mi sento piccola perduta
storia nella storia di tutte noi
immacolata concezione
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