Sono un alieno metafisico tridimensionale,
il mio mondo, è fatto di cartone scatolato,
pagine staccate di coscienza, sopra i muri
discrepati in penombre di ruspe artificiali.
Mani di latta, con occhi di megapixel
osservano attenti la bulimica pandemica
multifocale, definendola perfettamente,
nei minimi particolari, in polaroid e tv.
E mentre il mondo degli oggetti m'insegue
con la pastasciuttta di plastica e metanolo,
io, chiuso nel recinto di questo corpo,
altro non posso constatare, che l'avanzare
del declino universale, nei frastuoni
di aliti pesanti e maschere di botulino.
Con occhi di vetro, cerco un albero,
dove poggiare la mia stanca schiena
e placare il senso del rimorso, che mi
insegue in ogni luogo, distruggendomi.
Poi c'è l'aria, il passero, la torre,
il borgo la casa e il suo balcone, le voci:
tutto questo e altro ancora, accompagna
il vero inganno della vita.
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