Inutile domandarti ancora di quell’uomo curvo
lungo la via e solo, l’eco d’un vagito alla soglia
d’un mondo che saprà ostile nel tempo.
Aveva scelta?
Pensar sia un dono questo fardello di sofferenze e affanni
è privilegio di chi vive ignaro ogni risveglio
e non si duole di quel che muore a lato d’una strada,
una foglia un fiore un ramo o un animale.
E’ un ciclo che s’apre e si chiuderà giunto alla meta
Dimmi qual è la meta?
Lo spegnersi dei vizi giovanili
in un pensiero maturo, saggio o rassegnato, il silenzio
vincitor sulle parole incomprese fallaci illusorie?
La vita un lampo nel buio immenso sarà polvere
Tu sorridi.
Quel ghigno uguale dopo secoli di storia…
Tu sorridi agli amanti che credono l’amore sia in un bacio
allo stolto che leva gli occhi al cielo e t’indica col dito
al poeta che si dispera perché ha sete dell’inafferrabile.
Sorridi pur sulle lacrime di chi tradito enumera fallimenti
e chiede dove la condizione umana è felice e se a tale
illusione l’animo assurge… quanto dura lo stato di grazia…
Dimmi!
Ti nascondi come un fanciullo dispettoso nel tirar sassi
sul cammino del compagno perché inciampi
Scompari dietro coltri di pece eppur resti uguale
Non ti tange il dolore d’una terra ferita
il sangue sparso il sudore d’ogni vana fatica
e dell’umana sorte non hai pietà
né della croce sul groppo d’un poeta chino,
stanco dell’erta che a te volge
lo sguardo domandando oblio
Tu sorridi…
Poesia pubblicata sull'antologia "Duecento anni d'Infinito 1819-2019 " poesia e pittura nel bicentenario dell'idillio leopardiano - AA.VV. a cura di Cinzia Baldazzi e Maurizio Pochesci.
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