Tramonta a ovest l'uggia del giorno,
la chioma dei monti s'inchina all'umida ombra,
rotola l'acqua nel fondo della valle oscura,
dietro ai vetri nasce, un rigo d'impazienza;
in lontananza luci disuguali sbiadiscono l'incerto
l'orologio è morto alle sue ore,
nuvola di miele imbalsamato il tempo fermo,
lento lo scricchiolare delle ossa s'avvia alculmine;
un fulmine taglia a fette l'orozzonte, un tuono lo aquarcia,
sopra le panche e sotto agl angoli s'arricciano le crune,
non è sguardo di vergine bambina la notte,
bretella rugginosa che osserva il sogno dal cuscino;
il risveglio non fornisce alibi, l'ipotesi sta nel tempo,
fermo appare il divincolarsi di troppi garbugli,
dall'arroganza del vento, dai travagli ignoti,
è un blu di prussia, l'enfant prodige s'è rivelato,
solita giacca, stesso mantello senza buona educazione.
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