I lampioni colorano la notte,
interpretano il sodalizio spigoloso
dei sonnambuli dell'obolo ansioso,
nell'imminente immoto amplesso;
nel trvaglio circolare degli spasmi,
un angelo sta cadendo rotto,
privo del turibolo ebbro di progresso;
tutto deprava a caso, senza orario,
in ogni dove albeggiano glia avanzi,
con grave perdita dell'innocenza
tra l'onda e la risacca;
gli inchiostri e i calamai,
sono grezza sabbia all'autunno
quando luce condensa ai moli
l'oleastro grezzo torpore;
i lampioni slabbrano la foce,
colmano i colori dell'iride crina,
che vibra di empatia assoluta,
sul ponte che invizzisce.
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