La luce mente. Questione di misure
inappuntabili. Al punto che l’osservatore
col cuore in mano teme spazi mai visti.
E sono sguardi che sgranano gli occhi!
Sicché seminiamo immagini
che in seguito saranno sfollate. Ma
la vista calcola il raggio per affermarsi nel vano.
Da lontano le rughe arrivano
meno rughe, le mani meno mani;
per starti intorno i passanti si confondono
alle maschere con le occhiaie.
La strada ti circonda fino alle spalle.
La luce inganna: i sette nanosecondi
che permisero all’ape di saggiare il nettare,
portano la notizia con ritardo
però le ali battevano all’epoca in fiore.
Vieni a fior di labbra per essere contemporanea.
Non è mai adesso, per capirci.
Questa luce raggira e lo sguardo
è il suo imbroglio per diverso tempo.
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