Il vuoto nello spazio è il vuoto espanso
nelle stanze ampie: ci galleggi grave
in assenza di gravità. Ne senti
vive palpitare le ombre, ne vedi
nel tremolio di quadri alle pareti
in dissolvenza, affetti affaccendati
nelle incombenze compresi dal giorno.
Autore per un istante sei pittore
instancabile, immaginando come
e quando ci sarà riempito il nulla
di camere dai lampadari muffi.
Echeggiare nuovi passi ci ascolti
non più i miei, i tuoi, i nostri: anonimi loro
per questi luoghi ancora in divenire
che qualcosa di noi l'avranno sempre:
le finestre san sussurrare a orecchio
di chi, in certi giorni che ci si affacci
e respiri, il vissuto sottotraccia
sui davanzali impresso con gomiti.
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