Ho potuto spostare le pietre, grazie a un congegno mentale.
Con gli artifici di secoli tenuti in disparte e conservati
a ruota delle opere magistrali.
Li ho svelati; e le rocce si sono sentite sollevate.
Le ho lavorate - ogni colpo un’attesa,
perché ti attendevo, Sweet Sixteen, e ti aspetto
mentre osservo le ninfee
e parlo alle pozze di sedici anni d'acqua.
Ciò che somiglia al fardello della tua assenza
è quel che passa tra due poli magnetici:
l’amore che ti ricordo e il tuo ricordo senza amore.
Tra questi due solenoidi il mio corpo minuto è ora.
C’è magnetismo nel rifiuto - l’addio calamita
il moto perpetuo dell’amante da un abbandono all’altro.
Mi è stata d’aiuto la Terra, con la sua energia incondizionata.
L’energia che la mia leggerezza ha valutato a forza
di baci non dati,
adesso libera nel suo bacio
come avrei voluto venire dal tuo.
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