LA tua PORTA
Fammi entrare ti prego. La brancata
di parei accozzati in brutte paia
che il magrebino dalla faccia gaia
ostende stesi sulla staccionata:
pare sia solo questa la realtà,
a guardarla col tempo a tutto tondo,
che infine troveremmo a questo mondo.
Tu perciò fammi entrare per pietà
dalla tua porta indocile e gentile
che dà su un mondo mio mai scordato
tanto più caldo e tanto meno ostile.
O sulla soglia lasciami sdraiato,
la fronte contro il suo legno sottile
fino a quando il momento sia passato.
QuinFregSett20
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