Il male che osservo ogni giorno scuote
i respiri, i progetti, le attese.
Il male che m’appare prolifera
come funghi, al di sotto e al di sopra
della società comune, civile
in apparenza, squallida nel dorso.
Il male che s’ascolta è più vicino
di quanto si ritiene possibile.
Il male che vorremmo sia lontano
vive nelle nostre case, nei nostri
vicini, nelle nostre idee, nei luoghi
che conosciamo, nelle religioni
che ci camminano a fianco, nei visi
pubblici, nelle parole private.
Il male è subdolo, è lusinghiero,
è adulatore, è traditore.
Il male c’è, a noi spetta fermarlo
divenendo migliori di ieri e di oggi,
migliori di come ci reputiamo.
Metro: endecasillabi sciolti
Giugno 2012
©AngelaVenditti77
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