Pubblicato il 05/09/2020 17:57:21
Sapevo del filo teso nel vuoto del titubare del passo insicuro del tornare indietro ai primordi dell’eco di corde un pizzicare di suoni tintinnii lontani tra l’erba brucata. Sapevo del mutare dei giorni di un desinare in silenzio di braccia conserte la sera prima di isole o approdi. Sapevo di cumuli d’anni senza segni ad incider la pelle di aritmie ed affanni timori di perdere il dì seguente ogni sudata conquista sapevo di ombre e segnali di cieli per metà oscuri di dadi nell’aria di lune nere di fuochi nelle case degli altri e di bracieri dormienti ovunque ho avuto dimora.
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