Respiro nella sera
riesco a nuocere a me stesso
vedo le ferite senza sentire dolore;
è aspro il sapore della dignità
delle luci e delle acque dei porti,
sento ottusamente il tutto,
colgo la parola che nasconde.
Otto passi più in là
il mondo si disvela
senza sbalzi di umore
non per ora,
non qui.
Esco a fumare:
la pipa è vuota,
la sigaretta già finita,
l’asfalto troppo pulito.
Mi sembra tu non esca mai
lavori senza cercare,
sei nata così
confermi te stessa ad ogni passo,
respiro mai greve.
Resterò appoggiato al muro
un’immagine che mi piace
di me stesso.
Notte, 2 settembre 2020 con il covid sempre lì, a un passo, e la terra che sembra non trovare più sé stessa, e gli uomini assenti a sé stessi già alle 7 di mattina, e nessuno sa più perché né dove si trovi l’uscita di emergenza (se ce n’è una). Vi prego, ci sono tutti i motivi per disperare ma non ne vale troppo la pena, sarebbe prendere le cose molto più sul serio di quello che meritano e si sarebbe davvero cattivi allora.
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