E'a non averci orecchie ed occhi
sentenza alla miseria nera
pronunciata bestemmia piana
nei pensieri così asfittica
compressa pena nella testa.
Della morte anima più arida
già che finta sei da un pezzo
e ad aspettare stai sul molo
dimmi cosa scruti lontano
faccia dilagante di piaghe.
E'immediato leggerci tedio
ostico afferrarci senso altro
in quel tuo sguardo fisso e vuoto
oggi ch'è volubile il clima:
ora conforta, ora sentenzia.
E senza sconti è la condanna:
risuona inaudita sotto archi
scorticati di patii antichi
da una fede all'altra cecità
peccaminoso sentimento.
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